giovedì 17 settembre 2009

STRAGE A KABUL, UCCISI SEI ITALIANI.


Kamikaze ha usato 150 kg di esplosivo.
Centocinquanta chili di esplosivo per una strage. E' quasi mezzogiorno (le 9.30 in Italia), quando a Kabul si scatena l'inferno. Il convoglio formato da due Vtlm "Lince" del contingente italiano "Italfor XX", diretto dall'aeroporto al quartier generale delle forze della coalizione, rimane coinvolto nell'esplosione di una autobomba. Il kamikaze uccide sei militari della brigata paracadutisti Folgore. Tre i feriti, gravi, ma non in pericolo di vita.

Amnesty International riferisce che le vittime civili afghane sono almeno 15 e oltre 60 i feriti. Per provocare una stage di queste dimensioni, riferirà poi il ministro della Difesa, Ignazio La Russa alla Camera, i talebani hanno utilizzato almeno 150 chili di esplosivo, specificando che l'autobomba era presumibilmente una Toyota bianca. Quello compiuto nel quartiere diplomatico di Kabul si rivela il più grave attentato dai tempi della strage di Nassiriya, che il 12 novembre del 2003 provocò la morte di 19 italiani.

I nomi delle vittime
A perdere la vita sono il Tenente Antonio Fortunato, nato a Lagonegro (Potenza), nel 1974, in forza al 186° Reggimento, il Sergente Maggiore Roberto Valente, nato a Napoli nel 1972, in forza al 187° Reggimento, il primo Caporal Maggiore Matteo Mureddu, Nato ad Oristano nel 1983, in forza al 186° Reggimento, il primo Caporal Maggiore Giandomenico Pistonami, nato ad Orvieto (Perugia) nel 1983, in forza al 186° Reggimento, il primo Caporal Maggiore Massimiliano Randino, nato a Pagani (Salerno) nel 1977, in forza al 183° Reggimento, il primo Caporal Maggiore Davide Ricchiuto, nato a Glarus in Svizzera nel 1983, in forza al 186° Reggimento.Tre dei quattro i militari rimasti feriti in seguito all'attentato sono appartenenti al 186° Reggimento dell'Esercito, l'ultimo ferito è effettivo all'Aeronautica Militare.

La rivendicazione
Il terribile attentato viene subito rivendicato dai talebani. L'attacco kamikaze è stato compiuto da "un eroe dell'emirato islamico, il mujahid Hayatullah", viene precisato. Dai primi accertamenti sulla dinamica dell'attentato emerge che il kamikaze si è frapposto con la sua vettura carica di esplosivo tra i due blindati 'Lince', per poi far deflagrare l'autobomba. I due mezzi, ha spiegato La Russa, stavano effettuando un trasferimento verso il comando, a circa 200 metri a nord della Piazza Masud, nella zona delle rappresentanze diplomatiche a Kabul.

La Toyota guidata dall'attentatore è uscita da un parcheggio per piombare sui mezzi italiani, sui quali si trovavano complessivamente dieci militari. Tutti i parà della Folgore hanno subito conseguenze: Una delle vittime, il sergente maggiore Roberto Valente, 37 anni, era ripartito proprio il giorno precedente da Napoli alla volta di Kabul al termine di una licenza di 15 giorni.

L'esplosione, secondo quanto riferito da La Russa, ha investito pienamente il primo 'Lince' causando la morte di tutti i suoi cinque occupanti, mentre il secondo 'Lince' è stato colpito in modo più lieve ed uno solo degli uomi a bordo è morto mentre gli altri quattro sono rimasti feriti in modo lieve. Le immagini dell'attentato fanno subito il giro del mondo e suscitano un'ondata di commozione generale nei confronti del contingente italiano, che a Kabul opera con circa 450 militari nell'ambito della missione multinazionale Isaf.

A Roma aperto il sacrario
Presso la sede dello Stato Maggiore dell'Esercito a Roma, in via XX Settembre 123/A, viene nel frattempo disposta l'apertura al pubblico del sacrario dei caduti dell'Esercito. Sarà l'occasione per i cittadini di esprimere la loro vicinanza e solidarietà ai caduti dell'Esercito Italiano nell'attentato di Kabul. Il sacrario riaprirà venerdì mattina e sabato dalle 8:30 fino alle 20.

Saranno trasferite in Italia "non prima di sabato, comunque non venerdì" le salme dei sei militari italiani morti in conseguenza dell'attentato. Fonti della Difesa sottolineano che "il rientro è previsto nel weekend" e che "per quanto riguarda i feriti si sta ancora valutando". Sulla base delle condizioni di salute dei quattro militari, tre dell'Esercito e uno dell'Aeronautica, rimasti feriti nella deflagrazione dell'autobomba si deciderà infatti se disporre il rientro in Italia o al contrario confermare la permanenza sul "teatro operativo" afghano.

ROBERTO VALENTE

MATTEO MUREDDU

MASSIMILIANO NOLANDINO

GIANDOMENICO PISTONAMI

ANTONIO FORTUNATO

DAVIDE RICCHIUTO

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