sabato 31 ottobre 2009

HALLOWEEN: BANALE, EDUCATIVA O NOCIVA ?


31 ottobre, festa di Halloween: successo commerciale incontestabile, ci si traveste e ci si trucca, si decora la casa, feste, bimbi, giochi e caramelle… solo questo ?

Vediamo le origini di questa festa, le affinità o meno con la festa Cattolica del 1° novembre e altre curiosità e osservazioni. La nostra Festa di Ognissanti in realtà non ha nessuna attinenza con Halloween , come magari in apparenza potrebbe apparire, in quanto Ognissanti ha avuto origine nella Chiesa Cattolica nel 840 D.C. circa, indetta da Papa Gregorio IV, si celebrava nel mese di maggio e poi la data fu spostata al 1° novembre da Odilio de Cluny nel 1048, con l’intento proprio di sovrapporsi e contrastare l’antico culto dei druidi celtici.

Infatti le origini di Halloween risalgono ai Celti, antico popolo che abitò Francia e Inghilterra circa 2000 anni fa.
I Celti credevano che il 31 ottobre, per loro giorno della vigilia del nuovo anno, gli spiriti malvagi dei defunti tornassero in vita per seminare il panico e la paura tra gli esseri viventi.
I festeggiamenti avevano lo scopo di calmare gli spiriti.

Il nome deriva dall’inglese: il 1° novembre, giorno di Tutti i Santi, in inglese viene detto All Saint’s Day, la vigilia la notte del 31 ottobre All Halloweed Eve, ossia Vigilia di Tutti i Santi , che poi è stato abbreviato in Halloween.

La storia della zucca, simbolo incontrastato di Halloween è questa. Deriva da una leggenda che narra dell’incontro tra un uomo e il diavolo.

Sting Jack era un beone che viveva in Irlanda, giocava, aveva molti dediti e fece un patto con il diavolo, gli vendette l’anima per pagare i suoi debiti. Si incontrarono durante la notte del 31 ottobre e Jack offrì da bere al diavolo, egli accettò ponendo una condizione, ossia che pagasse Jack. L’uomo astuto mise allora in dubbio che il diavolo si potesse trasformare in qualsiasi cosa volesse, gli chiese con scherno di trasformarsi in una moneta e quando il diavolo lo fece, Jack prese la moneta, se la mise in tasca vicino a una croce d’argento impedendo al diavolo di riprendere le sue forme.

Il diavolo propose un accordo all’uomo: se lo avesse liberato avrebbe lasciato in pace Jack per un anno. Jack accettò pensando di riuscire a diventare una brava persona, di smettere di bere, di accudire la famiglia, in modo che il diavolo non potesse cercar più nulla da lui.
Così non fu, Jack non riuscì a cambiare la propria vita, e l’anno successivo, sempre la notte del 31 ottobre il diavolo tornò a prendersi Jack. Anche questa volta l’astuto uomo riuscì ad ingannare il demonio, ma l’anno successivo morì. Gli fu negato l’accesso al Paradiso, ma anche all’Inferno , il diavolo infuriato per essere stato ingannato lo rispedì sulla terra a peregrinare come un’anima in pena. Mentre l’uomo vagava tra le tenebre raccolse una rapa per cibarsene, ma il diavolo gli lanciò un pezzo di carbone ardente dall’Inferno, che Jack, disperato prese per illuminare il suo incessante cammino tra le paludi alla ricerca di una pace che non trovò mai.
Più tardi la rapa fu sostituita nella tradizione popolare da una zucca e da qui nacque la leggenda di Jack-O-Lantern.

A causa della leggenda, delle sue origini e del fatto che secondo le antiche “leggi della stregoneria “ il 31 ottobre è un giorno strettamente connesso con la magia e il satanismo, questa giornata è stata enfatizzata: la paura, la morte, gli spiriti, la stregoneria, la violenza, i demoni, tutto contribuisce a rendere questa data attraente per tanti.

Qui in Italia da qualche anno si è fatta nostra una festa che con obiettività assoluta non ci appartiene, non appartiene alla nostra cultura, se ne parla nella scuole, si ritagliano zucche di feltro, si travestono i bambini.
Magari nei Paesi anglosassoni la si celebra, ma fa parte della loro storia e della loro leggenda, non della nostra.
Da noi vi è soprattutto l’aspetto commerciale del carrozzone che si mette in moto per vendere dolci, vestiti e decorazioni, in quanto sono ben poche le persone che sanno che cosa sia la festa di Halloween…il culto della morte nella sua essenza originale, ma in realtà solo una inetta mascherata dei bambini che girano per le case a chiedere dolci, di adulti che si travestono e festeggiano senza sapere che cosa.

La speranza è che in questa notte del 31 ottobre ci sia solo questo: la voglia di trasgredire entro i limiti e nulla più, in una società come la nostra dove invece che il culto della violenza e della morte, dei vampiri e dei demoni, anche se solo per scherzo, sarebbe meglio promuovere valori positivi, di vita, di gioia, di atteggiamenti morali e spirituali che fossero da insegnamento positivo per i giovani di domani.


PADRE HAMORTH: HALLOWEEN FA SCHIFO, FIGLI DEVIATI OPERA DEL DEMONIO.

"Halloween, una trappola del demonio, che le prova tutte": lo dice padre Gabriele Amorth, decano degli esorcisti nel mondo. 

-Padre Amorth, qual é il suo giudizio su Halloween? 
-"Intanto, fa schifo e mi fa schifo. 
Si tratta di una roba pagana, anticristiana ed anticattolica, proveniente da terre nordiche ed esplosa negli Usa. Questa robaccia, pretende, e talvolta ci riesce anche, di mettere in secondo piano ed offuscare la Solennità di Tutti i Santi che celebriamo con gioia il primo novembre. E siccome, appunto, il suo scopo é quello di mettere intralcio alla santità, é una ideazione del demonio che intende scompaginare i piani di Dio. Halloween é una festa pagana". 

-Una dimostrazione della scaltrezza del Nemico? 
-"Il diavolo cerca di mettere zizzania tra Dio e uomo, non tanto per ostilità verso l'uomo, quanto per voler offendere Dio, che é il suo bersaglio preferito, e talvolta, riesce in questo scopo, anche se verrà sconfitto per sempre". 

-Don Amorth, ma per quale ragione questa festa é tanto seguita, specie dai giovani? 
-"Loro, seguono le correnti e questo avviene con maggior intensità in culture ed epoche scristianizzate come questa. Lo ripeto: il demonio sa come operare".

-Ma perché i genitori lasciano fare?
-"Perché non sanno più educare i figli, ecco la ragione".

-Che cosa vuole dire con questo?
-"Molti genitori hanno abdicato al compito di educatori e per mania di modernità, lasciano fare ai figli quello che vogliono".

-Cioè?
-"Quando entrambi i genitori vanno a lavorare, i figli crescono senza guide sicure. La forma di controllo migliore é la vigilanza della mamma, ma se questa va a lavorare e molte volte non ce ne sta bisogno, i figli crescono sbandati".




mercoledì 28 ottobre 2009

PINOCCHIO 2009 !!!


Nel nuovo film dedicato al burattino di Collodi, con Bob Hoskins che fa Geppetto, Placido nel ruolo che fu della Lollobrigida e una incredibile Littizzetto come grillo parlante !!!



ROMA — Geppetto è un uo­mo solo, talmente solo che si costruisce un figlio e lo alleva in solitudine. Nel rapporto pa­dre figlio sta la chiave di lettu­ra del nuovo Pinocchio televi­sivo, domenica e lunedì pros­simi su Raiuno, ma si prevede anche una versione cinemato­grafica. Una chiave moderna, che rimanda ai padri single di oggi, alle prese con la crescita e l’educazione della prole. Megaproduzione di Lux Vi­de in collaborazione con Power (UK) per Rai Fiction con un cast eccezionale. A co­minciare dalla regia di Alber­to Sironi, con Bob Hoskins nel ruolo che fu, nell’indimen­ticabile sceneggiato di Luigi Comencini, di Nino Manfredi.

Violante Placido è la Fata po­co turchina, «molto birichina e sexy» dice il regista e lei ag­giunge «credo che abbiano preferito lasciare il mio colore di capelli, per rendere la fata più moderna e umana»; Lucia­na Littizzetto, un Grillo parlan­te che, al contrario della fiaba originale, non sparisce subito ma resta nello sviluppo della storia ed è «poco rassicurante — osserva l’attrice — è un po’ isterico, sgrida spesso Pinoc­chio, si rompe quando lui fa cose sbagliate»; Margherita Buy è la Maestra; Maurizio Do­nadoni un Mangiafuoco cor­pulento e di segno teatrale; Toni Bertorelli e Francesco Pannofino sono rispettiva­mente la Volpe e il Gatto; Pi­nocchio è il piccolo Robbie Kay. Ma si aggiunge un perso­naggio: Carlo Collodi, imper­sonato da Alessandro Gas­sman. «Mettendoci lo scritto­re stesso — spiegano gli sce­neggiatori Ivan Cotroneo e Carlo Mazzotta — abbiamo vo­luto innanzitutto rendere un omaggio all’autore della fiaba più conosciuta al mondo, ma soprattutto rappresentare la funzione che ha il racconto nella figura di chi scrive».

E dal racconto parte la mini­serie. Collodi, in crisi creativa, è pressato dal suo editore, af­finché scriva presto una nuo­va favola. Lo scrittore, in vil­leggiatura in Toscana, si rivol­ge a un bravo falegname del luogo per riparare la sua scri­vania: è Geppetto, un uomo ancora provato per la perdita della moglie, morta di parto. La simpatia per quest’uomo e la locandina di un teatro di bu­rattini colpiscono la fantasia dell’autore «che finalmente dà inizio a un nuovo roman­zo » . A quasi 40 anni dal celebre Pinocchio con Andrea Balestri e a 7 anni dal film di Benigni, perché rifarlo in tv e poi sul grande schermo? Risponde Tinni Andreatta, responsabile di Rai Fiction: «Perché è una storia che non tramonta mai. Ma la nuova interpretazione narrativa che abbiamo voluto dare è quella del viaggio dolo­roso che compie Geppetto, per apprendere il modo giu­sto di amare». Un percorso narrativo che è piaciuto a Ho­skins: quando ha accettato la parte, ha detto che avrebbe so­lo fatto un uomo solo, tanto da crearsi un figlio di legno. Il presidente della Lux Etto­re Bernabei sottolinea: «È una favola sempre verde che rien­tra nella tradizione di Esopo, Fedro, Boccaccio. Negli ultimi anni di vita di Federico Felli­ni, quando aveva ormai abban­donato l’idea di fare una vita di Dante per raccontarne la Di­vina Commedia, si pensò di fa­re le grandi fiabe italiane. In­somma, 'Pinocchio' è sempre attuale, perché rappresenta la parabola della vita umana». E il nuovo burattino di na­zionalità inglese? «Sapevo che Pinocchio era una fiaba italia­na — dice Robbie — anche se l’ho conosciuta nel film di Di­sney. Quanto alle bugie, beh... tutti le dicono almeno una vol­ta nella vita».

martedì 27 ottobre 2009

MARRAZZO SI E' DIMESSO "BASTA, VOGLIO CHIUDERE".



Possibile il voto a metà marzo. Gli inquirenti: "Non è indagato né è stato convocato".

ROMA - Si è dimesso. Piero Marrazzo ha voluto accelerare la sua uscita dalla Regione Lazio. Non volendo più sostenere il peso di una situazione che gli sta provocando un forte stress. "Basta, voglio chiudere, non avere più nessun contatto con la mia vita politica", avrebbe detto ai suoi collaboratori annunciando la repentina decisione di dimettersi dopo l'autosospensione.

Ieri Marrazzo era stato visitato al Policlinico Gemelli e aveva fatto pervenire alla Regione Lazio il certificato medico di trenta giorni, che aveva fatto scattare l'istituto dell'impedimento temporaneo con delega dei poteri al suo vice Esterino Montino. Certificato medico con una validità di trenta giorni alla fine dei quali, si era detto, avrebbe rassegnato le dimissioni. Poi oggi la decisione di lasciare subito. Nel tardo pomeriggio si riunirà la Giunta regionale per prendere atto della decisione del presidente.

I tempi. Dalle dimissioni al voto passeranno 135 giorni, 90 per i decreti di indizione dei comizi elettorali e 45 per indire i comizi. Dunque se Marrazzo si dimetterà oggi, come annunciato, si potrebbe andare alle urne a metà marzo, ma non è escluso che le elezioni si tengano il 28-29 marzo, in coincidenza con l'Election Day fissato dal governo.

L'istituto religioso. L'ormai ex Governatore del Lazio ha lasciato questa mattina la sua casa per trascorrere qualche giorno in un istituto religioso. In un primo momento si era parlato dell'abbazia di Montecassino, poi in seguito alla diffusione della notizia, la meta è cambiata. L'ex presidente, travolto dallo scandalo di un video che lo ritrae con una trans e ricattato da quattro carabinieri finiti in manette, trascorrerà parte della convalescenza.


In questi giorni Marrazzo era rimasto a casa con la sua famiglia. Ora il trasferimento in una struttura gestita da religiosi anche "per permettergli di recuperare un po' di serenità e di equilibrio".

Indagini. Negli ambienti giudiziari di piazzale Clodio si precisa che "non c'è stata alcuna convocazione in
procura di Piero Marrazzo e non è neppure previsto che debba essere sentito. Almeno per il momento". Le stesse fonti smentiscono, tra l'altro, l'ipotesi di un'iscrizione sul registro degli indagati del presidente della Regione Lazio. Chi indaga sottolinea anche che "allo stato degli atti non ci sono tracce di altri esponenti politici sotto ricatto perché finiti nel giro di trans".

In procura si ribadisce che Marrazzo, in questa vicenda, rimane parte offesa: dunque, non sarà aperto nei suoi confronti un procedimento per l'ipotesi di peculato (in relazione all'uso dell'auto blu) e per quella di corruzione (con riferimento al denaro preso dai carabinieri che hanno fatto il blitz nell'appartamento della trans in via Gradoli).

Per il peculato viene chiarito che Marrazzo aveva diritto all'auto di servizio e con quella poteva andare dove voleva; quanto alla corruzione, gli inquirenti ritengono che il video sia stato girato dai due carabinieri Carlo Tagliente e Luciano Simeone e che l'uomo politico sia stato vittima di un ricatto senza sapere di essere stato filmato. Gli inquirenti hanno anche chiarito che Marrazzo non è stato sottoposto al test antidroga, altra ipotesi circolata in queste ore.

Interrogatori. Oggi il transessuale, conosciuto con il
nome di Natalì, e che sarebbe stato immortalato nelle riprese del video, diventato poi oggetto di ricatto nella vicenda Marrazzo, è stato ascoltato dai carabinieri del Ros. Insieme a Natalì sarebbero stati ascoltati altri transessuali. Gli interrogatori sarebbero necessari, a questo punto dell'inchiesta, per verificare alcuni aspetti ancora poco chiari.

Primo tra tutti c'è da capire attraverso quali canali arrivava la cocaina nell'appartamento di via Gradoli e chi ne faceva uso. Da accertare anche il flusso di danaro contante pagato per le prestazioni di Natalie e degli altri transessuali. Altre verifiche poi serviranno per accertare se al momento dell'irruzione dei quattro carabinieri, poi arrestati, nell'appartamento di via Gradoli, qualcuno all'interno fosse d'accordo con i militari infedeli.
Il legale. L'avvocato di Marrazzo, Luca Petrucci, ha intanto chiarito che il suo assistito non ha mai provato a comprare il video con cui i carabinieri della compagnia Trionfale lo ricattavano: ''Non conosce il prezzo del filmato, voleva solo esaminarne il contenuto'', ha detto.

La versione della photo Masi. Ma Carmen Masi, titolare con il marito Domenico della Photo Masi, l'agenzia che offrì ad alcuni media il filmato, in una intervista al settimanale Oggi, racconta una versione diversa dei fatti: Marrazzo, dice, la chiamò personalmente lunedì 19 ottobre, chiedendo di stipulare un "contratto di cessione in esclusiva" del video che lo ritraeva con un transessuale. .

Secondo Carmen Masi un dischetto contenente il video era stato dato anche al direttore di 'Chi', Signorini, dopo che 'Oggi' aveva deciso di non pubblicarlo. "Alla presenza del nostro avvocato, è stato mostrato il video a Signorini. Come si sa - conclude Carmen Masi - gli abbiamo anche lasciato il dischetto, per il quale ci ha firmato una ricevuta"

I soldi. L'avvocato Petrucci ha anche sottolineato che Marrazzo "non aveva pattuito 5mila euro con la transessuale. I 3mila euro sul tavolino di Natalì erano provento della sua attività". "Piero - ha aggiunto Petrucci - aveva 2mila euro nel portafogli. I 3mila euro sul tavolino non erano stati dati da Marrazzo a Natalì, ma erano provento del lavoro di quest'ultimo e forse in parte gli erano stati dati da Piero".

Un'ultima precisazione riguarda ancora la storia del video: "Marrazzo non ha mai trattato sul prezzo per averlo, ha ricevuto una telefonata da Berlusconi che ha molto apprezzato e a quel punto ha cercato di indagare per conto suo per rintracciare il video e capire di che cosa si trattasse. Era arrivato all'agenzia Masi, perché in certi ambienti si sa chi smercia queste robe, ma nel frattempo sono arrivati i provvedimenti di fermo della procura a carico dei quattro carabinieri".

Reazioni. "E' legittimo stigmatizzare le debolezze di un uomo pubblico, e trarne, sul piano politico e morale, le inevitabili conseguenze, ma non può diventare motivo per massacrare la dignità sua e la sensibilità di coloro che lo amano o che gli sono legati". Lo scrive Avvenire che dedica al "caso Marrazzo" un editoriale a firma dello scrittore Davide Rondoni, per il quale la dolorosa vicenda del Governatore del Lazio dovrebbe essere "piuttosto, l'occasione per una riflessione seria, dura e al tempo stesso pietosa".

giovedì 22 ottobre 2009

"LA SHOAH NON ESISTE". CHOC A LA SAPIENZA PER DOCENTE NEGAZIONISTA: "VA ALLONTANATO"



Roma, 22 ott. - (Adnkronos/Ign) - Le teorie che negano lo sterminio degli ebrei appaiono nei blog di Antonio Caracciolo, un ricercatore 59enne di filosofia del diritto dell'università di Roma. Alemanno: ''Chiederemo una verifica''.
L'Olocausto una "leggenda", le camere a gas una delle tante verità "da verificare", come "i sei milioni di morti nei campi di concentramento". Sono i 'cardini' del negazionismo di cui ha scelto di farsi portavoce Antonio Caracciolo, un ricercatore 59enne di filosofia del diritto dell'università 'La Sapienza', anche se lui dice di essere professore aggregato.

A 'La Repubblica' il ricercatore rivendica "il diritto dei negazionisti di poter esprimere le loro idee, senza finire in carcere", non si cura di minacce e insulti (''non mi interessa, vado avanti''), si vanta di gestire ben 33 blog e si definisce coordinatore provinciale dei club di Forza Italia a Seminara (Reggio Calabria), avendone fondato uno nel 2003.

Le teorie negazioniste 'appodate' all'università hanno suscitato sconcerto e polemiche e il sindaco Gianni Alemanno ha annunciato che chiederà verifiche. "Non penso che un professore negazionista possa insegnare a 'La Sapienza' - ha detto a chiare lettere il primo cittadino - Chiamerò il rettore Frati per chiedere una verifica a livello politico, anche perché sembra che il professore in questione sia iscritto a Forza Italia". Il negazionismo - ha aggiunto Alemanno - è negativo e drammatico. Tutte le evidenze storiche convergono nel riconoscere la Shoah: chi la nega o è in malafede o è privo di riferimenti culturali".

"Quando ho letto delle tesi negazioniste del professor Caracciolo sono trasecolato - commenta il presidente del Consiglio Comunale di Roma, Marco Pomarici - Non è tollerabile che determinate affermazioni circolino liberamente nella più grande università europea, per di più, in un corso dove si insegna la filosofia del Diritto". "Simili teorie possono generare odio e recrudescenze di antisemitismo - conclude - è di tutta evidenza quindi che Caracciolo non è adatto all'insegnamento e va allontanato".

A chiedere provvedimenti è anche l'assessore alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio, Giulia Rodano. ''Su Antonio Caracciolo e la sua propaganda razzista credo che l'università 'La Sapienza' debba non solo pronunciare parole chiare e inequivocabili di condanna e presa di distanza, ma anche prendere opportuni provvedimenti'' afferma Rodano, ricordando che ''la nostra Repubblica si fonda su una Costituzione democratica e antifascista. C'è da chiedersi se lo status di ricercatore e docente presso uno degli atenei pubblici più rappresentativi e prestigiosi del nostro Paese possa essere compatibile con la negazione dell'Olocausto nazista''.

E preoccupazione ha espresso il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. ''Il tema della memoria è una battaglia culturale ancora aperta - dice Zingaretti - Dobbiamo reagire con serenità e grandissima determinazione continuando in un impegno per la memoria che non deve essere legato alle celebrazioni o alle occasioni sporadiche ma deve essere un impegno culturale''. ''Chi istiga - ha concluso Zingaretti - la paura dell'altro fa negazionismo. Conoscendo il rettore e il corpo docente della Sapienza sono sicuro che sarà l'università stessa a reagire''.

Mentre il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, si augura di ''poterlo guardare negli occhi'' il ricercatore negazionista e ''potergli trasmettere le immagini che mi sono portato appresso da Auschwitz, dallo Yad Washem. Vorrei che lui entrasse a Birkenau, nella stanza dei bambini; probabilmente le loro voci, che si possono ancora ascoltare se uno ha l'udito buono, gli direbbero di non dire queste cose. Sta facendo male anche ai suoi figli".

martedì 20 ottobre 2009

DAL VATICANO PORTE APERTE AI SACERDOTI ANGLICANI SPOSATI !!!


Lo prevede un documento ufficiale messo a punto da Benedetto XVI. Gli ecclesiastici anglicani sposati che intendano unirsi alla Chiesa di Roma potranno essere ordinati sacerdoti cattolici.


La Chiesa cattolica apre ai chierici anglicani sposati che intendano entrare in comunione con Roma. E lo fa nella maniera più autorevole possibile, cioè con una Costituzione apostolica messa a punto direttamente da papa Benedetto XVI e illustrata oggi dal prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, il cardinale statunitense William Levada. Un passo fortemente desiderato da alcuni gruppi anglicani - si parla di circa mezzo milione di ecclesiastici, tra cui alcune decine di vescovi - ma finora delicato data la caratteristica particolare dei chierici anglicani, i quali, a differenza dei cattolici di rito latino, possono sposarsi liberamente. Gli ecclesiastici sposati anglicani che hanno intenzione di entrare in comunione con Roma, manterranno quindi il loro stato giuridico - già riconosciuto ai preti delle Chiesa cattolica di rito orientale - ma non potranno diventare vescovi.

Già in passato, in occasione del ritorno alla Chiesa di Roma di singoli fedeli anglicani, ma anche di qualche gruppo, la Chiesa cattolica aveva concesso dispense dal requisito del celibato, ammettendo che i sacerdoti anglicani coniugati potessero continuare a fare i preti nella Chiesa cattolica. Mai però questa prassi era stata istituzionalizzata con un documento ufficiale, che dovrebbe erigere anche dei nuovi "ordianariati" appositi, ossia dovrebbe riunire gli ecclesiastici in questione sotto la guida di un ordinario (un vescovo) che presieda alla loro attività pastorale, in un modello forse simile a quello della Prelatura personale dell'Opus Dei o a quello degli ordinariati militari, diffusi a livello nazionale.

I seminaristi anglicani sposati potranno proseguire la loro formazione, ma sulla loro ordinazione - ha precisato il cardinale Levada - «si deciderà caso per caso». Alcuni aspetti della questione restano tuttavia ancora dubbi, dato che la Costituzione apostolica deve ancora essere pubblicata nella sua interezza ed essere completata da norme attuative. La questione rimane in un certo senso delicata per Roma, dato che il celibato resta obbligatorio per la gran parte del clero cattolico: per certi versi la decisone del papa potrebbe riaprire il contenzioso con quei sacerdoti costretti a lasciare la tonaca per potersi sposare. Del tutto escluso, ha confermato il cardinale Levada, il sacerdozio per le donne, uno dei motivi reali del distacco degli ecclesiastici anglicani più legati alla tradizione, dato che nella Comunione anglicana sono stati ammessi al sacerdozio sia le donne che le persone omosessuali, suscitando non poche polemiche all'interno di numersoe chiese nel mondo.

I primi gruppi di anglicani a entrare in comunione con Roma saranno gli aderenti australiani alla "Traditional anglican communion", che da tempo avevano chiesto al Vaticano di entrare in blocco nella Chiesa cattolica, perchè non condividono l'atteggiamento "liberal" dei vertici della Comunione anglicana nei confronti dell'ordinazione delle donne e degli omosessuali dichiarati. «È più di un sogno», ha dichiarato il primate della "Traditional anglican communion", l'arcivescovo John Hepworth, che ha espresso gratitudine anche al primate della Comunione anglicana Rowan Wiliams per la «comprensione» nei confronti dei fuoriusciti. Williams ha infatti dichiarato che quello che è accaduto «non è un elemento di rottura» nei rapporti tra le due confessioni cristiane. «Quello che io trovo molto interessante nella Costituzione proposta e nelle idee che ci sono dietro - ha detto il primate anglicano ai microfoni della Radio vaticana - è che essa stessa è un ulteriore prodotto degli anni di colloqui e preghiera che abbiamo fatto insieme». Il cardinale William Levada ha infine precisato che la Costituzione apostolica non è stata studiata per far rientrare in comunione con Roma i tradizionalisti lefebvriani, ma esclude che si possa studiare una opzione simile anche per la Fraternità San Pio X, con la quale il Vaticano sta per iniziare i colloqui sulle questioni dottrinali aperte.

domenica 11 ottobre 2009

Stonehenge era un complesso funerario, forse sciolto l'enigma d'Inghilterra


Londra, 11 ott. - (Adnkronos) - Un antico osservatorio astronomico. Un luogo magico dove si praticavano riti sacrificali. Un orologio solare. Un'antica pista per l'atterraggio delle astronavi. Stonehenge, il luogo più misterioso d'Inghilterra, con i suoi megaliti disposti in cerchio, è da sempre un enigma. Enigma che oggi forse sta per essere risolto. E questo grazie a un ritrovamento straordinario, che ha riportato alla luce 25 grandi pietre azzurre, che sembrano spazzare via ogni ipotesi, per quanto suggestiva, a conferma della testi dell'esistenza vicino al fiume Avon di un vasto complesso funerario.


''Tutto ciò - ha riferito l'archeologo dell'Università di Bristol Joshua Pollard, codirettore del progetto di scavo, avviato nel 2004- cambierà completamente anche la percezione del popolare sito turistico''. Il cerchio di sassi, ribattezzato 'Bluestonehenge' dal colore delle 25 pietre che lo componevano, rimosse dal luogo originale, dove comunque sono rimaste tracce, si trova infatti a un chilometro e mezzo dal gemello già celebre. ''Durante l'età del neolitico ci si muoveva lungo i corsi d'acqua. Ed è più che mai probabile che in questo luogo arrivassero da tutte le zone toccate dal fiume per seppellire i defunti. Insomma è ormai più che un'ipotesi che il tratto Bluestonehenge-Stonehenge fosse utilizzato come come percoso funebre, con Stonehenge come meta finale'', ha spiegato Mike Parker Pearson, dell'Università di Sheffield che ha diretto i lavori insieme a Pollard.

"E' possibile -ha proseguito l'archeologo- che il cerchio di pietre blu fosse utilizzato per il rito della cremazione. Comunque sia a confermare che tutta l'area di Stonehenge durante l'età della pietra fosse stata eletta a regno dei morti per eccellenza è l'assoluta assenza nel sottosuolo di resti di oggetti, ossa di animali, cibo o strumenti d'uso comune''.

sabato 3 ottobre 2009

Ahmadinejad avrebbe origini ebraiche !!!



ROMA - Basandosi su un'immagine della sua carta d'identità che attesta un cambio di nome, il sito del quotidiano britannico Daily Telegraph sostiene che il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad - notorio antisemita - ha origini ebraiche. "Una fotografia del presidente iraniano che alza la propria carta d'identità durante le elezioni del marzo 2008 dimostra chiaramente che la sua famiglia ha radici ebraiche", scrive il Telegraph.

"Un ingrandimento del documento - aggiunge il sito - rivela che egli in precedenza si chiamava 'Sabourjian', nome ebraico che significa 'tessitore'.

Una "breve nota scarabocchiata sulla carta" d'identità, sostiene ancora l'edizione online del quotidiano inglese, "indica che la sua famiglia ha cambiato nome in Ahmadinejad quando si convertì all'Islam" dopo la nascita dell'attuale presidente iraniano.

I Sabourjian, aggiunge il Telegraph, provengono tradizionalmente da Aradan, luogo di nascita del leader iraniano, ed il loro cognome "compare addirittura nella lista dei nomi riservati agli ebrei iraniani compilata dal Ministero dell'Interno".

Il sito cita un esperto per sottolineare che i numerosi attacchi verbali portati da Ahmadinejad contro Israele e gli ebrei siano una "sovracompensazione" finalizzata a "coprire il suo passato". Viene citato anche un esperto di ebraismo iraniano secondo cui il suffisso "jian" di "Sabourjian" dimostra che la sua famiglia era addirittura di "ebrei praticanti".

Il giornale riferisce che Ahmadinejad non ha negato che un cambiamento del nome della propria famiglia quando questa si spostò a Teheran negli anni Cinquanta ma non ha mai rivelato quale fosse il cognome originario glissando sul tema anche durante il "dibattito presidenziale" di quest'anno trasmesso in tv.

Un blogger, Mehdi Khazali, è stato arrestato l'estate scorsa per aver chiesto un'indagine sulle radici di Ahmadinejad.