sabato 17 novembre 2018

"ANIME MORTE, NON AVRETE IL MIO ODIO".


13 novembre 2015: una data difficile da dimenticare per l’Europa, quella dell’attacco terroristico a Parigi, che tra i vari obiettivi ha colpito anche la storica sala concerti del Bataclan. 
I morti in totale sono stati 130. 
Una ferita aperta nel bel mezzo del Vecchio Continente, oramai abituato a considerare guerre e sparatorie come tragedie di paesi come la Siria o l’Afghanistan. 
Invece no, quella sera l’ISIS ha deciso di far capire all’Europa che anch’essa è nel suo mirino e l’ha fatto con pistole e pallottole, con la violenza. 
Il risultato di questo attacco è stata un’onda di paura e confusione che ha spinto gli europei a vedere in tutti gli immigrati o i rifugiati il nemico. 
Ci sono però alcuni che, benché colpiti in prima persona da questa tragedia, hanno deciso di non cedere a questi sentimenti. 
Uno di questi è Antoine Leiris, 37 anni, giornalista di Radio France, che al Bataclan ha perso la moglie. 
Ai terroristi  a quattro giorni dall'accaduto ha detto attraverso una lettera aperta su Facebook, «non avrete il mio odio».

«Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. 
Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. 
Voi siete anime morte. 
Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel Suo cuore. 
Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. 
Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. 
Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. 
Ma la vostra è una battaglia persa. 
L’ho vista stamattina. 
Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. 
Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. 
Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. 
So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. 
Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. 
Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. 
Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. 
Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio».

-Antoine Leiris-

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