venerdì 17 luglio 2009

"ORA SCENDO. SARA' UN PICCOLO PASSO PER L'UOMO MA UN GIGANTESCO PASSO PER L'UMANITA'"



Usa, 16 luglio 1969 ore 9 e 32 minuti del mattino: a Cape Kennedy un migliaio di persone fissa l'Apollo 11, il missile che segnerà l'inizio del più grande successo della storia della Nasa.

"Go! go! go!".

Accanto alla rampa di lancio si alza un coro accompagna l'Apollo 11 nei 4 minuti prima di uscire dalla portata delle telecamere. Da allora sono trascorsi quarant'anni dalla partenza del missile che avrebbe portato il primo uomo sulla Luna.

"Ora scendo. Sarà un piccolo passo per l'uomo ma un gigantesco passo per l'umanità".

Neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11, è sull'ultimo gradino della scaletta del Lem "Aquila".

Poi, finalmente, allunga la gamba e poggia il suo piede sinistro sulla gessosa superficie della Luna. È il primo uomo a sbarcare su un corpo extraterrestre.


Sono le ore 4, 56 minuti e 15 secondi del 21 luglio 1969 in Italia.

Le ore 22, 56 minuti e 15 secondi  del 20 luglio negli Stati Uniti.

Sono passate 6 ore e mezza dall'allunaggio !

Con Armstrong, poco dopo, scende sulla Luna anche il suo compagno di viaggio Edwin Aldrin, detto "Buzz", mentre in orbita intorno alla Luna, a bordo della capsula madre "Columbia", resta ad aspettarli il terzo astronauta della Missione Apollo 11, Michael Collins, Mike per gli amici.

Paradossalmente è l'unico che non può vedere in diretta l'evento.

Da allora a oggi sono passati 40 anni, ma l'impronta impressa da Armstrong è ancora lì, indelebile, a sancire una nuova pagina di storia per l'umanità.
Appena sceso, Neil si sposta lentamente verso destra.
Cauto.
Con la sua tuta spaziale sembra un esploratore artico. Si muove molto lentamente.
A Terra sono tutti col fiato sospeso.
Temono che possa essere inghiottito dal suolo lunare o che possa non vedere nulla a causa della polvere che si solleva, spessa come gesso.
Ma tutta va bene.
Armstrong non volge il viso verso il Sole per non rischiare di rimanere accecato, nonostante la lamina d'oro del suo casco gli garantisca un buona protezione. L'astronauta non cammina ma quasi striscia per paura di perdere l'equilibrio. La prima cosa che fa è raccogliere "ciottoli, rocce, pietre lunari da portare a Terra per far sapere al mondo com'è fatta la Luna.

Dal satellite celeste gli astronauti portano indietro circa 30 chili di frammenti lunari scelti accuratamente da Armstrong, esperto geologo. Appena Neil si assicura che tutto procede bene, dalla pancia di "Aquila" scende anche Aldrin.

Il suo impatto con la Luna lo affronta con un passo deciso.

Ed a Houston scoppia un applauso liberatorio.

La loro prima permanenza sul satellite celeste dura due ore, quindici minuti e dodici secondi.

Quando Armstrong mette piede per la prima volta sulla Luna, in quel preciso momento, ben 600 milioni di persone hanno gli occhi puntati sul televisore, collegati con la Nasa da ogni angolo del mondo.
(Estratto da: IL TEMPO.IT )

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