giovedì 11 novembre 2010

Un santo al mese : SAN MARTINO DI TOURS.



La nebbia a gl'irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de' tini
Va l'aspro odor de i vini
L'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l'uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d'uccelli neri,
Com'esuli pensieri,
Nel vespero migrar.

(Giosuè Carducci)



Martino di Tours (Sabaria, 316 o 317 – Candes-Saint-Martin, 8 novembre 397) vescovo e confessore, venerato come santo dalla Chiesa cattolica (è uno tra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa), dalla Chiesa ortodossa e da quella copta, era nativo di Sabaria Sicca (l'odierna Szombathely), in Pannonia (oggi Ungheria). Secondo alcune fonti san Martino sarebbe invece nato a Pannonhalma. La ricorrenza cade l'11 novembre, giorno dei suoi funerali a Tours.

Suo padre, che era un importante ufficiale dell'esercito dell'Impero Romano, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Con la famiglia si spostò a Pavia, e quindicenne, in quanto figlio di un ufficiale, dovette entrare egli stesso nell'esercito. Venne quindi mandato in Gallia; qui, ancora adolescente, si convertì al Cristianesimo e, dopo il congedo dall'esercito,divenne un monaco nella regione di Poitiers.


LA TRADIZIONE DEL TAGLIO DEL MANTELLO.

Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che diverrà l'episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall'iconografia e dalla aneddotica. Si trovava alle porte della città di Amiens con i suoi soldati quando incontrò un mendicante seminudo.
D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso.
Udì Gesù dire ai suoi angeli: "Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito".
Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro.
Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia, ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi.
Il termine latino per "mantello corto", cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di san Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all'oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella.


CONVERSIONE AL CRISTIANESIMO.

Il sogno ebbe un tale impatto su Martino, che egli, già catecumeno, venne battezzato la Pasqua seguente e divenne cristiano. Decise, più tardi, di lasciare l'esercito e divenne un monaco presto seguito da alcuni compagni, fondando quello che si può definire il primo monastero d'occidente, nei pressi della città di Poitiers, a Ligugè.

Martino si adoperò per la conversione al cristianesimo della popolazione gallica, facendo molti viaggi per predicare nella Francia centrale e occidentale, soprattutto nelle aree rurali, demolendo templi e altari pagani.
Nel corso di questa opera divenne estremamente popolare, e nel 371 i cittadini di Tours lo vollero loro vescovo.
Martino fu un vescovo attivo ed un energico propagatore della fede.
Il suo prestigio si impose e si irradiò ovunque, sorretto dalle sue doti di carità, giustizia e sobrietà e dalla fama di taumaturgo.
Egli aveva della sua missione di “pastore” un concetto assai ampio, a differenza di molti vescovi del tempo, uomini di abitudini cittadine poco conoscitori della campagna e dei suoi abitanti.
Martino, uomo di preghiera e di azione, percorreva personalmente i distretti abitati dai servi agricoltori, le cui necessità spirituali erano immense, mettendo in pratica la sua grande intuizione: l'evangelizzazione delle campagne. A Tours Martino fondò un monastero a poca distanza dalle mura che divenne, per qualche tempo, la sua residenza.
Il monastero, noto in latino come Maius monasterium (monastero grande), divenne in seguito noto come Marmoutier.
L'ultimo suo atto fu ancora un gesto di concordia: si era recato, infatti, a Candes per mettere pace tra il clero locale, dove sopraggiunse la morte l'8 di novembre 397.

Martino lottò contro l'eresia ariana, in totale fedeltà alle conclusioni del Concilio di Nicea (325), consentendo di vincerla.

CULTO POPOLARE.

San Martino di Tours viene ricordato l'11 novembre, sebbene questa non sia la data della sua morte, ma quella della sua sepoltura. Questa data è diventata una festa straordinaria in tutto l'Occidente, grazie alla sua popolare fama di santità e al numero notevole di cristiani che portavano il nome di Martino. Nel Concilio di Macon, era stato deciso che sarebbe stata una festa non lavorativa.

La basilica a lui dedicata in Tours, l’edificio religioso francese più grande di quei tempi, fu tradizionale meta di pellegrinaggi medievali.
Nel 1562, in seguito alle lotte di religione che insanguinarono la Francia, fu messa al sacco dai protestanti e le sue spoglie date alle fiamme, tanto era il suo richiamo simbolico.
Durante il periodo della rivoluzione francese la basilica fu demolita quasi completamente; rimasero due torri, ancora oggi visibili.
Nel 1884 fu progettata una nuova basilica che fu consacrata nel 1925.

Molte chiese in Europa sono dedicate a san Martino. Tra queste Lucca ha dedicato a San Martino il suo Duomo.

L'11 novembre i bambini delle Fiandre e delle aree cattoliche della Germania e dell'Austria partecipano a una processione di lanterne. Spesso un uomo vestito come Martino cavalca in testa alla processione. I bambini cantano canzoni sul santo e sulle loro lanterne.
Il cibo tradizionale di questo giorno è l'oca.
Secondo la leggenda, Martino era riluttante a diventare vescovo, motivo per cui si nascose in una stalla piena di oche; il rumore fatto da queste rivelò però il suo nascondiglio alla gente che lo stava cercando. In anni recenti la processione delle lanterne si è diffusa anche nelle aree protestanti della Germania, nonostante il fatto che la Chiesa protestante non riconosca il culto dei santi.

In Italia il culto del Santo, che si espleta nel giorno della sua ricorrenza religiosa, è legato alla cosiddetta estate di san Martino la quale si manifesta, in senso meteorologico, all'inizio di novembre, e dà luogo ad alcune tradizionali feste popolari.

Nel veneziano l'11 novembre è usanza preparare il dolce di San Martino, un biscotto dolce a forma di cavaliere, decorato con confetti e caramelle.

Nel Salento, invece, l'11 novembre è occasione di ritrovo fra i giovani, che si incontrano nelle case di campagna per trascorrere la serata insieme, organizzando cene a base di piatti particolari quali carne arrostita e castagne. Sebbene non sia praticata una celebrazione religiosa a tutti gli effetti in tutto il Salento (salvo nei paesi dove San Martino è protettore), la festa di San Martino risulta comunque particolarmente cara alla popolazione locale. Il vino rappresenta la bevanda principale, nonchè quasi una sorta di simbolo, di questa "festa".

----------------------------------------- fonte : Wikipedia

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