Iniziato in Cina, il contagio si è rapidamente diffuso al resto del mondo.
L’emergenza, oltre che sanitaria, ha anche notevoli ripercussioni psicologiche ed emotive sia sulle singole persone che sulla popolazione generale, innescando vissuti non abituali e mettendo a dura prova l’equilibrio psichico soprattutto delle persone più fragili come ad esempio, bambini, anziani, persone affette da gravi patologie o particolarmente ansiose.
È un’emergenza diversa da molte altre, perchè il Covid-19 rappresenta un rischio nuovo ed invisibile che, per questo motivo, allarma di più.
Inoltre, basta accendere la tv o collegarsi ai social media per essere bombardati da notizie oltremodo allarmistiche, fake news o frutto della fantasia e delle paure di tanti che contribuiscono alla percezione amplificata del pericolo.
In tal modo l’ansia e le paure delle persone possono crescere a dismisura fino a diventare angoscia e panico che si traducono in comportamenti irrazionali come l’assalto ai supermercati o la ricerca continua e ossessiva di notizie sul tema.
La percezione del rischio, però, è un processo soggettivo: di fronte a un’emergenza sanitaria alcune persone sono portate anche a sottostimare il pericolo e minimizzare.
In questi casi è più facile esporsi al contagio, sottovalutando l’importanza di attuare comportamenti di protezione.
Avere paura è normale, accogliamo questa emozione e facciamo in modo che ci guidi verso comportamenti di tutela e protezione razionali.
La situazione, come si sa, è in continuo divenire e gli esperti stanno lavorando costantemente per fornire le indicazioni più efficaci a contenere il problema e consentire il ritorno alla normalità quanto prima.
Per quanto possibile, malgrado le misure che costringono a una rimodulazione delle proprie abitudini di vita, impegnarsi in attività di cura di sé che aiutino a mantenere un sano equilibrio emotivo e possano salvaguardare quanto più possibile le proprie routine e la quotidianità.
Limitare la ricerca di informazioni a pochi momenti della giornata, evitando di lasciarsi coinvolgere nella ricerca compulsiva di aggiornamenti da tv e social media, che generano vissuti di allerta e paura.
Cercare occasioni di condivisione in cui sperimentare la vicinanza con familiari e amici, ricordando che le relazioni possono essere curate anche a distanza.
Ritagliarsi del tempo per attività rilassanti come, ad esempio, la cucina, la lettura di libri, l’ascolto di musica, il bricolage, il giardinaggio, prendere una tavolozza di colori e dipingere.
Con i bambini possono essere particolarmente utili le attività manuali e la lettura di favole.
Curare in maniera particolare la comunicazione con le persone più fragili come ad esempio, bambini, anziani, persone affette da gravi patologie o particolarmente ansiose.
Per esempio, non esporli da soli al bombardamento di notizie, ma spiegare, con un linguaggio adeguato, quello che succede e come affrontarlo.
Gli anziani e chi soffre di particolari condizioni patologiche sono più esposti al contagio e si confrontano con maggiori angosce.
I bambini percepiscono l'ansia dei genitori: è importante fornire informazioni veritiere e rispondere alle loro domande.
Il silenzio dei genitori o il loro atteggiamento evasivo può amplificare i vissuti di pericolo, trasmettendo l'idea che stia succedendo qualcosa di così grave che nemmeno gli adulti sanno cosa dire o fare.
Ognuno di noi può fare qualcosa per proteggersi dal rischio di contagio, a partire dal rispetto delle buone norme di prevenzione indicate dagli esperti e dei divieti imposti dalle autorità.
La salute è un bene collettivo e l’emergenza in corso dimostra che è necessario il contributo di ognuno per limitare il contagio.